LO SCARPHÖNISCH
Tra le tante caratteristiche o abitudini che definiscono un allievo all'interno di una camerata ce ne sono alcune che si "diffondono" in modo traumatico. Sono tratti che lasciano solchi più profondi di quelli che vediamo sulle spalle dopo le marce, più incredibili dei piedi squadrati dai vibram, più fantascientifici delle lezioni in aula Lunelli, più lunghi del contrappello più lungo, più mistici della marcia più mistica e addirittura più eterni del corso stesso.
Piano piano tali caratteri arrivano a delineare un allievo prima all'interno della camerata, poi del corridoio, successivamente all'intemo dell'intera compagnia a tal punto che la presenza dell'allievo Pinco Pallino provoca sulla bocca di tutti espressioni del tipo "oh mio Dio, è nel mio canile, non donnirai qui spero?, GAS, GAS GAS!!!..."
Racconterò di un caso specifico vissuto in prima persona all'interno della SMALP. A tal fine introduciamo la seguente definizione: Dicesi SCARPHØNISCH qualsiasi scarpa indossata dall'allievo Honisch Fabrizio. La caratteristica principale dello scarphonisch è quella di emanare un odore particolarmente rilevabile dall'olfatto umano. In questo modo l'allievo Honisch riusciva a segnalare la sua presenza sia in ambiente chiuso che aperto, grazie alla forte persistenza dei gas emanati dai suoi piedi.
I primi tempi gli allievi "compagni" di camerata, pensavano che il modo migliore per annullare tale effetto devastante fosse quello di cospargere la stanza di ogni genere di deodorante, ma si scoprì che i gas emanati dallo scarphonisch erano gas dominanti.
Provarono in seguito a rinchiudere tali strumenti nocivi nell'armadio dell'allievo, ma il risultato era ancora più devastante: le sostanze tossiche emanate dagli scarponisch risultavano compressi a tal punto che, quando le ante venivano aperte una potentissima nube tossica (i più avevano persino ipotizzato la presenza di raggi gamma) si diffondeva nella camerata, con gli effetti devastanti che lasciamo immaginare al lettore.
I sottotenenti che per loro disgrazia avevano l'amaro compito di "contrappellare" la camerata notarono, come tutti, lo strano fetore, però, incredibile a dirsi, non erano in grado di individuarne la provenienza, poiché venivano con ogni probabilità storditi dal fetore. Capitava che accusassero l'allievo più igienico della camerata, il Succhia (alias allievo Sukiassian Carlo) il quale rifiutava prontamente l'accusa con una certa accidia e non si capiva se l'accidia fosse rivolta all'allievo Honisch o all'ufficiale che lo accusava... rimarrà un mistero. Posso assicurare al lettore, che mai prima della S.M.Alp. l'allievo Honisch era dotato di un'amia chimica di tale potenza; ma egli sarà eternamente grato alla scuola alpina per tale "dono" che lo ha reso più combat che mai.
AUC Honisch Fabrizio
IL DECALOGO DI GLAUCO
(COPYRIGHT BETTINI)
(Tr.O.Va.R.E. L.U.N.G.O.)
Trasportare l'arma di reparto ovunque il corpo si diriga
Offrirsi volontario in ogni possibile occasione
Valutare ogni possibile consiglio per poi fare sempre di testa propria
Rimanere sempre in caserrna durante le libere uscite
Enumerare il numero di matricola dell'arma, della baionetta e dell'otturatore più volte nell'arco della giomata per evitare di scordarli
Lavare il mitragliatore con olio lubrificante e il proprio corpo con olio 31 (eventualmente anche alcool se ci si accorge che la camerata non è sufficientemente svenuta)
Unire l'utile al dilettevole: mangiare molto in sala mensa e poi correre come un razzo in modo da tenersi in allenamento (se si avvertono principi di soffocamento o conati di vomito continuare pensando a Fornasiero e alla libertà)
Non dormire mai fino all'orario della sveglia.
Svegliarsi sempre un'ora prima: 6.30 se la sveglia è alle 7.30, 5.30 se la sveglia è alle 6.30, 4.45 se si esce in marcia; se si è di servizio N.C.C. non andare a donnire e inserirsi nelle cucine verso le 3.00 per iniziare a pulire le griglie
Gelo, sete, fame, dolore devono farei ridere... i settori, i bagni, le camerate e i corridoi devono farci attivare: ricoprire tutti i ruoli possibilmente non comparendo in lista.
Onorare il padre, la madre e l'MG: se quest'ultimo non spara continuare ad amarlo sempre e comunque "Machine Guevère je t'aime .... moi non plus!"
DE NATURA IMBOSCAMENTO
Trascorsi 4 mesi di S.M.Alp. ci sentiamo particolarmente ridotti o forse solo particolarmente presuntuosi per poter descrivere almeno le linee guida di questo affascinante ma per sua stessa natura nebuloso mondo parallelo. Occorre innanzitutto categorizzare i principali tipi di imboscamento onde meglio descriverli.
L'imboscamento è, per la varietà della natura delle persone da cui è praticato, molto diversificato e passa dall'imbosco sistematico a quello selvaggio o totale, a quello caratteriale terminando in quello casuale. L'imbosco sistematico è, a nostro parere, il più interessante in quanto è il più finemente ed astutamente concepito; esso necessita di una persona molto arguta, dedita ad uno studio assiduo di tutte le problematiche di cui è investita, con un'elevatissima capacità di risoluzione delle medesime problematiche attraverso soluzioni scientifiche e preferibilmente rapide. La persona che segue la via dell'imbosco sistematico ricerca notorietà ed attenzione con gesti eciatanti ma sostanzialmente con rischio perfettamente calcolato, di infima responsabilità, con fatiche anch'esse preventivamente valutate e comunque irrisorie rispetto ai benefici goduti. Nell'attuazione delle sue mire costui arriva addirittura, incredibile a dirsi, con un orribile e dolorosissimo travaso di bile, comunque in perfetto autocontrollo, ad offrirsi sempre nella ricerca di quell'attenzione fugace ma remunerativa che gli serve da copertura per tutto il resto del tempo (sempre) in cui vive nascosto, coperto e defilato (come si usa dire perfettamente FLOCTR). E' decisamente il tipo di imboscamento più fine ed insidioso visto che quasi mai viene scoperto.
Tutt'altra cosa risulta essere l'imbosca selvaggio o totale che caratterizza quelle persone che si ripropongono come loro fine di nascondersi a tutto ed a tutti. Costoro si infrattano nell'ombra sempre e comunque, sfruttando il silenzio, l'anonimato, cercando di non commettere errori eclatanti o comunque qualsiasi atto che li possa portare all'attenzione di chicchessia. Ovviamente non si offrono mai e ricercano nel plotone i posti centrali, non si dispongono per alcun motivo in testa o in coda dove qualcuno potrebbe notarli. Se hanno comunque la sfortuna di essere costretti a fare qualcosa, assurgono velocemente al ruolo indispensabile di coordinatori oppure vagano senza meta perfettamente mascherati con attrezzi da lavoro ma comunque nullafacenti.
L'imbosco caratteriale invece, se per alcuni aspetti assomiglia al precedente, se ne diversifica per il fatto di essere di basso profilo e per non essere imposto da una ferrea volontà ma semplicemente dal carattere timido, introverso e ovviamente fannullone (abulico). L'individuo affetto da tale tipo di imbosco, anche quando scoperto e costretto a fare, è intrinsecamente incapace di operare sia per la sua natura, sia per l'ovvia convinzione di tale incapacità che viene a radicarsi col passare degli anni. Da ultimo vi è l'imbosco casuale praticato da individui poco o non ancora convinti da questa disciplina, o ancora da personaggi che per la loro labilità non riescono a mantenere saldamente la via che hanno intrapreso, o infine da persone che, per comodo del momento, atterrite da compiti particolarmente onerosi, cercano di defilarsi.
Ci scusiamo col lettore per non aver potuto descrivere significativi esempi che meglio avrebbero aiutato la comprensione dell'argomento ma ciò è intrinsecamente in contrasto con l'oggetto stesso di questa dissertazione; inoltre non è da trascurare l'impossibilità oggettiva di ottenere l'autorizzazione degli interessati visto che un'adunata imboscati sarebbe andata per definizione deserta e probabilmente, visto il pericolo insito nell'argomento, sarebbe stato difficile trovare qualcuno disposto a chiamarla. Al lettore il compito di trarre dalla propria esperienza fulgidi esempi dei tipi di imbosco fin qui trattati.
AUC Resca Matteo